Ci sono film che leggono la realtà con leggerezza e profondità come solo l’arte vera riesce a fare, che non hanno la pretesa di insegnare o di sindacare ma solo di essere ottimo cinema.

Storie che però tra un sorriso e l’altro, tra una lacrima e l’altra riescono a lasciare righe profonde nell’animo dello spettatore, solchi che seminano pensieri che germogliano in consapevolezze sopite o nuove.

Un mondo a parte ha una storia, bellissima e tanti strati di lettura che analizzano impietosamente ciò che stiamo facendo della nostra società e delle nostre identità.

Quei piccoli paesi che scompaiono perché le comunità non hanno più i servizi di sopravvivenza (prima fra tutti la scuola) fagocitate dall’ansia della modernità rappresentata dalle grandi città, dal pensiero paternalistico che i piccoli centri abbiano urgenza di diventare borghi, meta da weekend della borghesia annoiata in cerca di sostenibilità costruita a loro misura (i danni del Franceschinesimo sono stati imponenti).

La scuola come resistenza civile e sociale, fulcro del senso di imparare concetti e nozioni ma soprattutto del vivere insieme, del diventare comunità fin da piccoli e supportare reti di relazioni che salvano e diventano progresso questo sì sostenibile.

I flussi migratori che diventano modalità per crescere insieme facendo delle unicità valori da aggiungere alle identità arricchendole e non distruggendole.

Riccardo Milani con una leggerezza e un talento poetico ci mette tanto del suo in un magnifico cast di attori non protagonisti insieme a due giganti professionisti.

Antonio Albanese, un attore immenso, con un talento drammatico e comico che può cambiare in un attimo rimanendo credibile ed espressivo come pochi, pochissimi nella storia del cinema italiano.

E poi c’è lei, Virginia Raffaele (tanti cuori, amica cara), un talento incredibile in una interpretazione sontuosa che la consacra definitivamente come la più eclettica artista italiana.

Virginia, talento generoso e di una educazione e simpatia rara che ho apprezzato sui social lo ha dimostrato anche nella presentazione in sala insieme agli altri, peccato solo non avere avuto il tempo di chiacchierare insieme.

Mi chiedo spesso quanto la felicità e la realizzazione e gratificazione degli altri sia responsabilità di tutti, anhce nostra, nel partecipare attivamente affinchè il mondo sia un posto migliore.

Un mond a parte è un film che lascia semi di insegnamento che ispirano a essere parte del mondo e non un mondo a parte.

Eh, il cinema lo fa.

insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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