Ho passato tre giorni immerso in un evento che mi ha letteralmente tolto la terra da sotto i piedi.

L’evento era Be Human, il World meeting on human fraternity promosso dalla Fondazione Fratelli Tutti dove personalità dal mondo intero, premi Nobel, scienziati, artisti, professori, sindaci, medici, manager, lavoratori, campioni dello sport si sono confrontati in tavoli di lavoro e incontri per capire, ognuno nel proprio ambito, come promuovere il valore della fraternità tra le persone in un momento complicato per l’umanità.

Uno dei 12 TAVOLI DI CONFRONTO era quello dei SOCIAL MEDIA: la rete come fraternità, le parole “ponte”.

Un grande onore essere tra i 50 influencer e comunicatori (25 scelti non cristiani) per provare a pensare a un vocabolario della fraternità per i social. Ognuno di noi ha scelto una parola creando contenuti originali: la mia è stata RELAZIONE, ma ne parliamo dopo.

Vorrei invece parlare di ciò che è stato per me vivere questi giorni da ormai abitante residente della rete pluridecennale, tipo il nonno di quartiere.

Giorni di incontri, di relazione, di sorprese, di bellezza di luoghi (Roma, sei inarrivabile) e di persone, vecchie amicizie e nuove preziose scoperte.

Tutto innescato dalla necessità di provare a dare un senso alla presenza in rete in un momento che i social media sono rumore con sporadiche relazioni e informazioni di senso.

Dico subito che essere tra quelle 50 personalità è stato un enorme privilegio e un onore del quale sono ancora sorpreso.

Ma lo è stato soprattutto passare del tempo insieme a persone incredibilmente speciali (coordinati e ispirati da Rosi Russo, anima e cuore di Parole Ostili e uno straordinario e simpaticissimo Don Luis Ruiz) e ritrovare vecchi amici di rete come Don Dino Pirri, David Puente, Mariangela Pira e Cathy La Torre.

Compagni di quella rete che non c’è più nella forma che l’abbiamo conosciuta ma che ha portato innovazione, creatività e tante relazioni che mi hanno letteralmente cambiato (in meglio) la vita.

Un habitat digitale che ha innescato incipit di relazioni come Francesco Cancellato e Suor Chiara Dal Rì e mi ha permesso di leggere le copertine di scrigni di talenti che da oggi diventano indispensabili, talenti che mi hanno letteralmente aperto mondi come Bianca Arrighini di Factanza, Lulù Gargani, Benedetta Balestri, Alessio De Amicis, Dario Reda, Tommaso Cappelli, Nicola Camporiondo, Paolo Di Falco.

Persone che mi hanno fatto scendere dal comodo divano della mia presunzione e mi hanno con semplicità a conoscere il loro mondo, fatto di cose bellissime e soprattutto costruite bene, con senso e tanta professionalità.

Un vero regalo avermi aperto un portale su una dimensione spazio temporale di una generazione che ha il diritto di gestire e scegliere il proprio futuro senza che dei polverosi signori gli dicano cosa e quando devono farlo.

Come è stato un regalo scoprire preziosi tasselli di umanità come Fabio Bolzetta, Rosa Giuffrè, Xiskya Valladares, Heriberto Garcia, Rosanna Maryam, Don Alberto Ravagnani e incrociare anche un funambolico Mattia Stanga.

Un bagno di relazione insomma (la mia parola del vocabolario) che ora vi racconto.

RELAZIONE “Siamo relazioni: ce ne nutriamo, ne soffriamo e godiamo, costruiamo invisibili fili dell’anima che ci collegano rendendoci umani.E filati nel telaio della vita diventano tessuti di fraternità, ogni filo unico e indispensabile, insieme opera d’arte.”

Viviamo un mondo distratto, di persone collegate da interessi e individualità reciproche e sempre meno di umanità, affascinati dal palco mondiale dello spettacolo social, attori non protagonisti di intrattenimento spesso solo fine a se stesso. L’essere umano è invece relazione da quando apre gli occhi e si collega con fili invisibili d’anima all’altro, anche se sconosciuto, nelle singolarità preziose che siamo, legami che rimangono e si rinforzano come le amicizie e gli amori o anche più comunemente ma non meno specialmente nella grande magia che è la fraternità. Connettere anime e non individualità, collegare umanità e non account, costruire relazioni e non monetizzarle, esserci per gli altri, generosamente e disinteressatamente, figli e genitori d’anima, in fondo sempre persone collegate da strumenti anche digitali. Relazioni che come fili digitali filati nel telaio della vita diventano tessuti di fraternità, ogni filo unico e indispensabile, insieme opera d’arte di umanità.

Questo post fa parte di un progetto internazionale della Fondazione Fratelli tutti a cui ho deciso di aderire per promuovere la fraternità anche in Rete.Scopri le altre parole su www.parole.fondazionefratellitutti.org

Relazioni che abbiamo vissuto in maniera così divertente e piena, con una libertà totale e gratificante, con il solito spirito di sentirsi utili agli altri, un po’ come penso debba essere il nostro modo di stare al mondo, al di là delle convinzioni religiose o politiche.

Aggiungere valore al mondo per renderlo un posto dove stare bene, come lo siamo stati noi in questi giorni in fraternità condividendo le nostre unicità.

Contribuite pure voi a rendere il mondo un posto migliore, una parola e una persona alla volta. Non ci sono scorciatoie, solo buona volontà, pazienza e se potete anche un sorriso.

Grazie a chi mi ha regalato un pezzetto della sua vita per diventare parte della mia. 🙏

(e comunque non mi sta chiedendo se può taggarmi su Twitter, giuro).😬💙

#fratellitutti #fratellitutti2024 #behuman http://www.parole.fondazionefratellitutti.org

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insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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