Era il 2 luglio 2013 e in un pigro e caldo pomeriggio, ispirato dalle notti bianche dello shopping della mia città, un tweet scivolò dalla tastiera come mille altri.

Un tweet che forse, se non fosse stato raccolto dal progetto innovativo di @invasionidigita, sarebbe finito risucchiato nella timeline dei tweet dimenticati.

Invece.

E nel giro di una settimana (si fece il 10 luglio) si organizzò e si fece la prima Notte Bianca su Twitter a cui ne seguirono altre due.

Un successo davvero clamoroso, una festa di racconto collettivo, di orgoglio territoriale e culturale, di rete.

Tanto che la politica e in particolare il Ministero preposto, fino ad allora abbastanza distante dai processi partecipati e collettivi, per la prima volta aderì.

Tre anni sono passati e queste cose sono impossibili da ripetere.

La rete in “soli” tre anni è cambiata profondamente. La presenza sempre più massiva di brand, giornalismo, politica da una parte e la consapevolezza dei nuovi soggetti nati in rete di avere un potere mediatico così rilevante ha trasformato quello che era un formidabile strumento per comunicare e modernizzare processi “analogici” in un supermercato di ego e prodotti.

La spontaneità, l’ingenuità, la voglia di provare a fare qualcosa di sperimentale e bello è stato sostituito da happening collettivi di discussione sulla cronaca quotidiana o da spot di gruppo pagati sottobanco per sembrare naturali.

L’attenzione è alta solo se c’è interesse, soprattutto economico. Alluvionati da mille stimoli sempre più ci concentriamo su quelli per i quali abbiamo un qualche ritorno. Si scrive per piacere, per incontrare il gusto degli altri, per monetizzare direttamente o indirettamente.

In questo caos le buone idee non vengono apprezzate ma spariscono se non dotate di finanziamenti, business plan o almeno sponsor con un bel pacchetto di follower.

Ecco, a me mette un po’ di magone. La sensazione è quella di ricordare quando si andava in motorino senza casco e la vita era più leggera e senza tante sovrastrutture.

Forse sono io che sto invecchiando (male) e guardo troppo indietro e poco avanti ma rimango convinto che la rete la facciano le persone e le loro idee. Non quanto queste rendano in termini economici o di riconoscibilità sociale.

Oggi una Notte Bianca Digitale sarebbe impossibile perché rappresenta una parentesi adolescenziale anacronistica in un mondo digitale ormai serio e professionale.

Però amo ricordare quel delirio di felicità nel vedere una nazione che per una notte ha amato raccontare se stessa e la sua bellezza senza altro fine che esserci insieme.

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insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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