L’artigianato di Sardegna è da oggi presente, prima Regione in Italia, su Amazon.it nella sezione Made in Italy.
La presentazione del progetto è stata ospitata nella meravigliosa esposizione della Fiera del Tappeto di Mogoro (che riaprirà al pubblico dal 30 luglio al 5 settembre e che vi consiglio di non perdere).
Un progetto che rientra nel percorso di rivitalizzazione dell’artigianato Sardo anche con il recupero operativo del marchio I.S.O.L.A.
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Il mercato mondiale di Amazon è davvero impressionante: i numeri snocciolati dal responsabile danno l’idea della grandezza. (165.000.000 € il valore dei prodotti esportati nell’ultimo anno dall’Italia, un miliardo di prodotti consegnati in tutto il mondo)
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Con questi numeri è complicato entrare in competizione, un po’ come voler disintermediare con Expedia.
La Regione Sardegna ha già un portale di promozione dell’Artigianato Artistico (http://www.sardegnaartigianato.com) che però non contempla un marketplace (che non rientra nelle strategie regionale).
La Home del Made in Italy propone delle macro categorie e i marketplace di Firenze (e la Toscana) e della Sardegna.
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La pagina dedicata alla Sardegna richiama le suggestioni balneari di Tuerredda e propone una introduzione alla Regione e un bel filmato che unisce bellezza e artigianato.
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Una vetrina di otto prodotti in evidenza selezionati su 57 artigiani presenti.
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Ogni prodotto ha la sua scheda, foto di ottima qualità e gli ormai tradizionali elementi per informasi e gestire la transazione.
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Insomma, una opportunità per le botteghe sarde che potranno intercettare quel mercato globale che poco conosce l’assoluta qualità dell’artigianato sardo.
Qualche considerazione personale: l’evoluzione del commercio e dei mestieri hanno portato ad un necessario approccio diverso al mercato. Le fiere sono sempre meno influenti mentre la comunicazione digitale e social consente quel contatto diretto tra produttore e consumatore che per ora è possibile solo durante gli “approcci” turistici spesso veloci e poco attenti.
I meccanismi che spingono un consumatore a comprare un prodotto dal prezzo importante sono sempre più complessi. Fanno la differenza il racconto, la qualità dello stesso e quanto è affidabile il soggetto che garantisce il prodotto. Un oggetto di artigianato non è solo un pezzo inanimato (per quanto bello) ma contiene la storia del suo artigiano e spesso delle generazioni che l’anno preceduto, contiene il contesto territoriale, i materiali e la storia racchiusa, la lavorazione e la vetrina. Solo a quel punto l’esclusività ed unicità del prodotto di bottega rendono il prezzo un giusto prezzo.
Trovo quindi intelligente continuare sulla doppia strada di dare importanza a ciò che rende il prodotto unico e contemporaneamente venderlo con i nuovi strumenti dati dai canali digitali.
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Personalmente credo che il contatto diretto tra i turisti e gli artigiani sia ancora determinante. Io amo comprare oggetti che posso valutare con i miei occhi, che posso toccare, che posso annusare.
Incentivare il contatto con i turisti, quindi, nei luoghi e nei modi anche più impensabili ma sfruttare ogni possibilità (anche digitale) esistente per evidenziare questi prodotti che rappresentano l’eccellenza regionale.
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