Ieri a Pietrarsa (NA) si sono aperti i lavori per definire le linee del Piano Strategico del Turismo Italiano. Quattrocento persone che in tre giorni si confronteranno sulle linee guida indicate nel primo incontro di Pietrarsa e che divisi in tavoli di lavoro dovranno sintetizzare un documento che sarà base per definire entro maggio le linee definitive.

La speranza è tanta: dopo anni di parole gettate al vento inferiori di quantità solo all’enorme quantità di danaro speso c’è la voglia di decidere una strada e di farlo insieme. Forse è il momento giusto, forse non se ne può semplicemente più tanto che perfino un ministro non particolarmente carismatico e tendenzialmente convinto che l’Italia debba puntare sui beni culturali come traino (sulla Cultura, sarei d’accordo) riesca ad aggregare tante voci critiche.

Ma parliamo di Pietrarsa. La prima giornata (qui il programma completo) è scivolata con tante dichiarazioni interessanti (qui quella del ministro Franceschini) e tanta conversazione in rete.

La prima novità importante è l’apertura della piattaforma di contenuto dedicata al piano strategico, http://www.pst.beniculturali.it/ , hub di materiale e informazioni e a breve contenitore dell’IdeaScale aperta alla discussione e ai suggerimenti di tutti.

Hai poi fatto bella mostra di sè il lancio del nuovo spot Amo l’Italia, a mio giudizio spot curato e carino.

Altra novità sono anche le persone competenti messe nei ruoli chiave ed operativi. Le persone fanno la differenza, sempre.

Un processo partecipato e condiviso, quindi. Con Enti locali, stakeholder o semplicemente cittadini che hanno a cuore il turismo del loro paese.

Franceschini dice una cosa interessante: “Con fatica distinguo un’azione fatta solo per il Turismo o la Cultura” perché spesso sono oggettivamente indistinguibili. Credo che la Cultura dovrebbe essere intesa in senso più ampio e non solo per i grandi beni culturali e l’importante valore museale ma anche per quegli aspetti culturali che ci identificano maggiormente nel mondo come prodotto italia. D’accordo sul fatto che il turismo che dobbiamo attirare non deve essere quello di massa ma un turismo consapevole di un prodotto esclusivo, inestimabile, unico. Dobbiamo puntare su una redditività maggiore e non su maggiori flussi che rischiano di deteriorare irrimediabilmente l’integrità del nostro prodotto.

Consapevolezza, sostenibilità e redditività, quindi.

Quindi, usando le parole del Ministro “Mettere a punto una strategia per scegliere il mercato su cui puntare” e non per subirlo come finora abbiamo fatto.

Gli assi del piano strategico PRODOTTO, PROMOZIONE, INNOVAZIONE, INFRASTRUTTURE, ACCOGLIENZA E FORMAZIONE saranno la sfida condivisa su cui ci giochiamo il nostro futuro.

Le parole chiave (Scenari, Territorio, Impresa, Tecnologie, Organizzazione, Politiche) devono diventare atti e soprattutto azioni indispensabili a un cambiamento necessario per un turismo spesso anacronistico se non addirittura suicida in un processo di massima condivisione e trasparenza, soprattutto.

A partire da piccole cose che aiutino ancora di più a sentirsi parte di questo progetto condiviso.

Iniziamo ad esempio dalla diretta streaming (o con facebook moments) che permetterebbe a tutti di essere coscienti e partecipi del processo di creazione di questo tanto atteso Piano Strategico del Turismo italiano.

Essere critici non significa essere negativi a prescindere. Io ci voglio credere, voglio sperare che sia davvero la volta buona.

In bocca al lupo a noi, quindi.

E che il lupo diventi anche attrazione turistica 🙂

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insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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