Mentre si celebra l’evento social dell’anno, il matrimonio tra Chiara Ferragni (Fashion blogger) e Fedez (rapper), l’Italia mostra il solito atteggiamento misurato (sic!) riguardo gli eventi di casa nostra.

Partiamo dall’inizio: Chiara Ferragni non è una miracolata che sfruttando la rete e l’ingenuità delle persone spilla quattrini ai marchi di moda pagando in like e views sulle stories. È stata una delle prime vere imprenditrici della rete facendo del suo blog un punto di riferimento per la moda: ogni mossa azzeccata e nel momento giusto. Fattura milioni di euro ed è ormai un brand consolidato

Fedez, non è il vacuo e furbo prestigiatore di parole che sfrutta le giovani folle per vendergli prose e cose. È un rapper “comunista col rolex” idolo che muove migliaia di persone nei concerti e vende dischi come fossero noccioline.

La combinazione dei due sfociata in un amore, poi un figlio, poi ora un matrimonio stellare muove attenzione e numeri spaventosi mai visti in Italia. Decine di milioni di contatti, marchi importanti che li cercano come prima d’ora si era visto solo per i divi americani.

E come sempre accade nella nostra misurata Italia le reazioni passano dallo snobismo altezzoso dei radical chic allo sprezzante turpiloquio dei soloni della rete degli ultimi giorni, alla ingenua convinzione delle persone impaurite da modelli deviati, dai fan integralisti, dalle persone che fingono di non sapere chi siano e così sproloquiando.

La cosa che forse sfugge è che proviamo a codificare un fenomeno che è completamente nuovo con metriche totalmente superate.

La rete è cambiata molto rapidamente negli ultimi anni: da un fenomeno diffuso ma limitato a nicchie scolarizzate a strumento di comunicazione totale e globale che ha portato inevitabile dinamiche complesse. Infine dalla condivisione di status spesso non propri a racconto della propria vita per spezzoni prima descritti in testo e immagini e poi, infine, in streaming con le stories e le dirette.

Sempre più persone fuggono dal social come confronto pubblico di idee e si rifugiano in racconti personali e meccanismi di commento limitati a emoji, reactions, direct message.

Ecco, in questo contesto, pensare al racconto del matrimonio di Ferragni e Fedez come a una pericolosa deriva è quantomeno ingenuo. Forse non sarà un modello da seguire ma di fatto è una tendenza consolidata.

Vorrei poi capire la differenza tra i servizi dei matrimoni “famosi” venduti alle riviste o alle trasmissioni tv negli ultimi venti anni o le dirette esclusive dei matrimoni dei reali con merchandising e diritti tv venduti a peso d’oro.

Qui l’unica differenza è che l’esclusiva la gestiscono loro, i diritti li gestiscono loro, i contratti e gli introiti li gestiscono loro. Un modello di business applicato da manuale.

Certo, il fatto che loro lavorino nel mondo della moda e dello spettacolo li rende prodotti molto particolari ma non cambia nulla nella sostanza.

Raccontano parti della loro vita con strumenti che oggi sono la normalità come erano le interviste TV e radio per i cantanti e gli attori negli anni passati.

Il linguaggio è sempre più attento al momento vissuto in una partecipazione-evento che rende appagato l’ego di chi crea il contenuto e dei follower fruitori ma attivi in una social tv che gli rende una qualche importanza.

Un mondo digitale sempre più presente nelle nostre vite, con i nostri dati regalati più o meno volontariamente e allegramente in ogni momento della nostra quotidiana attività non può pensare di scandalizzarsi per alcuni parti della propria vita condivisa sui social soprattutto quando poi si parla di personaggi da show biz.

Fedez e Ferragni rappresentano un nuovo modo di essere presenti come persone sui social, come imprenditori sul mercato, come opinion leader (non ho detto influencer, mi merito un premio) nella loro fan base.

Oggi si comunica così, domani lo si farà ancor più.

Ma vorrei sommessamente ricordare che ognuno in rete racconta quello che vuol far emergere.

Mai (e ripeto mai) quello che siamo può emergere con chiarezza e completezza dai contenuti che postiamo in rete.

Altrimenti io sarei un dandy che vive al mare e mangia dalla mattina alla sera commentando annoiato il mondo che lo circonda.

I social sono ciò che decidiamo di comunicare, il buco della serratura dal quale le persone possono vedere solo la piccola parte che decidiamo di far vedere della nostra sterminata casa. 

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insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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