Un altro anno è passato, veloce, impetuoso direi. Mille cambiamenti, decine di cose fatte, centinaia di non fatte, tante persone incontrate, tante persone che non sono riuscito a conoscere, delusioni, soddisfazioni, imbarazzi e vergogna, orgoglio e fatica.
Mi lascio alle spalle un anno che ricorderò con affetto, il mio ultimo anno prima dei cinquanta in cui credevo di trovare una strada definitiva per la mia vita e forse l’ho trovata, capendo che cercare la strada definitiva è la mia strada definitiva.
Lascio probabilmente l’ultimo anno in cui la nostra vita non sarà più parzialmente indipendente dalla rete, intelligenza artificiale, social, blockchain, oggetti intelligenti e robotica che diventeranno essenziali e influiranno pesantemente su tutti gli aspetti della nostra evoluzione da essere umani. Sono fortunato a vivere questi tempi, a essere sufficiente giovane per vederne il futuro ma sufficientemente anziano per averne visto la genesi. Nei prossimi anni il mondo sarà come un film e voglio godermelo da attore e spettatore, non vedo l’ora.
Lascio un anno di parole, grandi protagoniste di questo 2017, soprattutto quelle Ostili. Amo e sostengo per questo il progetto ParoleOstili in cui credo davvero tanto nonostante le difficoltà e l’ostracismo dovuto a ignoranza ma anche a furbizia meschina. La nostra società è a una svolta epocale e riportare il dialogo al confronto rispettoso e civile sarà cruciale per l’evoluzione della rete e delle persone che ci vivono quotidianamente.
Le persone, le tante che ho conosciuto in giro per l’Italia, le tante che ho conosciuto in rete. Persone speciali che mi hanno dato tanto in termini umani e professionali, persone che senza i social, senza il mio amato twitter soprattutto non avrei potuto mai e poi mai intercettare e amare, le persone anche sgradevoli che mi danno il senso completo di cosa sia oggi l’umanità. I giovani che mi hanno regalato tanto nelle docenze e negli incontri e che fanno capire quanto il mondo sia confronto e ascolto: farò di tutto per incontrare ancora più persone, l’anno prossimo.
Lascio un anno in cui ho provato a cambiare il piccolo il mondo che ho intorno, la realtà in cui vivo, l’irrealtà con cui spesso devo coesistere. La mia Italia, la mia Sardegna incagliate in modelli anacronistici e governate da capitani poco coraggiosi ma anche con equipaggi demotivati e indolenti che non mostrano grande attenzione se non a parole.
Il turismo, mio pallino ormai quotidiano soprattutto per quanto riguarda il modello di sviluppo trasversale e complessivo della mia terra. Un anno in cui ho provato a essere utile con scarsissimi risultati dovuto forse a mie mancanze. Farò di tutto nel 2018 per coinvolgere chi ha a cuore lo sviluppo di un nuovo modello della Sardegna che parta dalla consapevolezza, conoscenza, catalogazione, creazione e promo commercializzazione di un prodotto turistico che si fonda su una visione di sviluppo integrato ambientale, culturale, eno gastronomico e soprattutto di tutto il territorio e non solo delle coste e solo d’estate. Tante eccellenze umane che devono solo essere consapevoli della potenzialità che hanno se riusciranno a lavorare insieme senza egoismi.
La scrittura, sfogo e piacere quotidiano, spezzettata in caratteri su twitter, articolata in post di Facebook, espressa talvolta su medium e pronta per avere una casa dignitosa sul nuovo blog che presto vedrà la luce.
Santamoglie, la persona con la quale da venti anni condivido la mia vita, i progetti, i sogni, le delusioni, le soddisfazioni ma soprattutto ogni momento. Il senso credo stia tutto lì: esserci, insieme.
Ecco, esserci insieme è forse quello che voglio dal 2018. Niente di spettacolare, niente di impossibile. Solo provare a esistere non per il solo respirare ma per essere senzienti, presenti, rilevanti fosse anche solo per una persona o per un progetto.
Il mondo non cambia senza un pizzico di sogni e di volontà.
E anche con un sorriso.
Buon anno, gente.