Francesca è persona speciale e rara, di quelle che quando le incontri, quando ci parli, quando ci scambi due tweet ti colpisce per la sua inconsueta, anacronistica e quasi sovversiva capacità di essere educata.

La conosco dai tempi di Xfactor, quando giovanissima e già speciale vinse la 5° edizione del talent.

Era il 2012 e in appena dieci anni ha saputo crescere da artista diventando una delle più eclettiche e sorprendenti della scena italiana con un carriera da solista in crescendo, tante pregiate collaborazioni, partecipazioni a concorsi importanti, trasmissioni TV, direzione d’orchestra, un diploma al conservatorio e sperimentando tantissimo, che per una donna di 25 anni è davvero impressionante.

Ecco, questo mi piace di Francesca, la sua voglia di sperimentare che insieme alla sua generosità non comune la porta a spostare l’asticella (o la bacchetta, che meglio) sempre più in alto. Che sia una collaborazione con altri artisti, una trasmissione tv, una intervista o anche quando quotidianamente affronta quei purtroppo numerosi cafoni sui social con una educazione e una pazienza davvero poco comune.

Oggi si presenta con un libro davvero sorprendente, nel quale non si capisce quanto ci sia di lei e quanto di fantasia, ma che si capisce che è tutto assolutamente e autenticamente lei.

Un libro sincero, profondo e teso deve io leggo tanto di lei, tanto di noi, tanto di tutti.

La storia di Verde (cantante ventenne all’apice del successo) che si intreccia con quella di Anna, tra radici, speranze, amore. Quei luoghi della memoria, quella malinconia, quel sentire la propria vita sospesa tra decisioni e inerzia. La musica necessaria, vita e respiro, sopravvivenza e anatomia tangibile, sogno e dura realtà.

Un libro che smuove dentro, lascia dubbi, fa commuovere, una storia che mostra uno scorcio di un mondo del quale si guarda spesso solo l’aspetto dei lustrini senza immaginare che ci sia tanto altro, quell’altro che superficialmente banalizziamo senza soffermarci, spesso irridendolo se non insultandolo.

Leggere le storie degli altri con il filtro della nostra esperienza, trovare punti di contatto tra la nostra vita e quella scritta da altri, immaginare prospettive diverse, sognare, affezionarsi a personaggi forse mai esistiti.

Un libro che mi ha portato in altri luoghi, mondi, persone.

Non so se il cuore sia un organo (musicale o anatomico, poco importa).

Sono certo che il cuore è però sicuramente diventato un po’ più leggero (e di questi tempi è un grande, grandissimo dono) grazie alle parole di questo libro che lascia il sorriso dentro.

Buon proseguimento della tua avventura curiosa della vita, Francesca.

Un privilegio averti conosciuta nella tua arte, nella tua speciale persona che conosce il mare e la nostalgia ma soprattutto il rispetto della vita, delle persone, delle anime, del cuore. 💙

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insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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