Ci sono fili che non dovrebbero mai spezzarsi. In Sardegna, l’artigianato non è soltanto un mestiere o un insieme di tecniche: è un linguaggio che racconta chi siamo, un modo per trasformare la materia in identità. Ogni tappeto, ogni cestino intrecciato, ogni anello di filigrana è il risultato di secoli di memoria collettiva, di mani che imparano da altre mani, di storie che passano da una generazione all’altra.
Negli ultimi vent’anni, però, questo filo si è assottigliato. Con la soppressione dell’I.S.O.L.A. prima e di Sardegna Promozione poi, l’artigianato artistico sardo è rimasto senza un punto di riferimento istituzionale. Si sono dispersi patrimoni, competenze, collezioni. Soprattutto, si è incrinata la fiducia degli artigiani verso le istituzioni. Eppure, in un mondo che corre sempre più veloce e che tende a standardizzare tutto, è proprio il saper fare artigiano ad avere un valore speciale: quello di restituire unicità, autenticità e radici.
In questi giorni la Regione ha presentato un disegno di legge (lo potete leggere sotto con la relazione di accompagnamento) che potrebbe segnare un cambio di passo: la ricostituzione dell’I.S.O.L.A. (Istituto Sardo Organizzazione Lavoro Artigiano). Un ritorno che non è solo nostalgia, ma la volontà di ridare dignità e futuro a un comparto che ha bisogno di strutture, visione e investimenti.
Il nuovo ISOLA avrà il compito di:
- tutelare e promuovere l’artigianato tipico e artistico, unendo tradizione e innovazione;
- gestire il marchio ISOLA – il celebre cavallino disegnato da Eugenio Tavolara – con disciplinari chiari per certificare la qualità;
- riaprire le botteghe storiche di Cagliari e Porto Cervo come vetrine dell’eccellenza sarda;
- accompagnare gli artigiani con servizi concreti di supporto, formazione e marketing;
- presidiare il fronte digitale e internazionale con portali, e-commerce e azioni promozionali mirate;
- favorire il ricambio generazionale, creando nuove connessioni tra artigiani, artisti e designer.
Non si tratta solo di parole: la legge mette sul tavolo risorse importanti – 930mila euro nel 2025, 5 milioni nel 2026 e 9 milioni l’anno a regime – per far ripartire un settore che può davvero diventare uno dei pilastri dello sviluppo economico e culturale della Sardegna.
Questa notizia mi colpisce perché si intreccia con un percorso che sto portando avanti da tempo. Con il progetto Handicraft World (HCW) ho immaginato un ecosistema che racconti e valorizzi l’artigianato non come eredità da custodire in vetrina, ma come laboratorio aperto al futuro.
HCW nasce con l’idea di creare:
- una fiera digitale permanente, per dare visibilità globale ai saperi locali;
- un museo fisico e virtuale, dove il patrimonio si racconta ma anche si sperimenta;
- contest di design per favorire l’innovazione e scoprire nuovi talenti;
- una bottega del design collegata a università e centri di formazione, dove le competenze si trasmettono e si trasformano.
In questo senso vedo una speranza: il nuovo ISOLA può essere il contenitore istituzionale, radicato sul territorio e capace di offrire garanzie e governance e magari alcune idee sviluppate con HCW possono essere il luogo della sperimentazione, della contaminazione e dell’apertura internazionale. Prospettive diverse ma complementari che potrebbero ridare respiro e futuro all’artigianato sardo.
Perché l’artigianato non è solo una memoria da proteggere: è un motore di creatività, cultura e sviluppo. Se sapremo trattarlo come tale, potrà generare nuova economia, attrarre turismo di qualità, rafforzare la nostra identità e soprattutto aprire la strada a nuove connessioni tra Sardegna e mondo.
Sperando che sia il purosangue di cui tutti abbiamo bisogno e non invece il solito deludente e tradizionale brocco.

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(sotto il disegno di legge, la relazione di accompagnamento).
