In un mondo sempre più globalizzato e digitalizzato il sapere e la manualità assumono un’importanza ancora maggiore perché “La particolarità dei prodotti artigianali deriva dai loro tratti distintivi, che possono essere utilitaristici, estetici, artistici, creativi, culturalmente legati, decorativi, funzionali, tradizionali, religiosamente e socialmente simbolici e significativi” come descrive bene il glossario UNESCO and International Trade Centre (ITC) .

Valorizzare quindi il comparto dell’artigianato diventa un modo per valorizzare l’attività umana che forse più di tutte ha portato vantaggi culturali, sociali ed economici che ci hanno fatto diventare l’umanità che siamo.

Così inizia un mio progetto che provo a far diventare realtà da diversi anni senza grande successo per le condizioni complicate e la scarsa propensione a sognare della regione che immeritatamente abito.

Oggi però si apre un pertugio di luce sul presente e sul futuro dell’artigianato (anche) sardo.

Ha infatti riaperto i battenti il Padiglione per l’artigianato Eugenio Tavolara, meraviglioso edificio all’interno dei giardini pubblici di Sassari realizzato nel 1956 su progetto di Ubaldo Badas e i cui interni furono decorati da sculture e bassorilievi di Eugenio Tavolara e dalle ceramiche di Giuseppe Silecchia.

Fu sede dell’I.S.O.L.A. (l’ente della Regione Sardegna nato per valorizzare l’artigianato sardo) e la prima mostra avvenne nello stesso anno d’inaugurazione segnando il lancio dell’artigianato sardo nel mondo.

Il servizio dell’inaugurazione del Padiglione Tavolara (fonte -Sardegna Digital Library)

Dopo decenni di abbandono il marchio ISOLA e tutto il mondo dell’artigianato artistico sardo venne di fatto lasciato al proprio destino, complice una politica miope e un mercato industriale che ha cambiato la percezione del valore aggiunto che rappresenta una opera dell’arte manuale umana.

Il declino di ISOLA e dell’artigianato che rappresentava (lasciato al presidio solitario degli artigiani storici e di pochi innovatori) ha accompagnato il declino del Padiglione Tavolara e della città che lo ospita, Sassari. Una città che fatica a trovare (o ritrovare) una propria identità di comunità intorno a una visione condivisa che non sia la nostalgia del passato o la ricerca di un responsabile per lavarsi la coscienza di cittadino indolente.

Nel 2016 si resuscitò il marchio ISOLA ma purtroppo, a parte il lato marketing con Sardegnartigianato ed ecommerce su Amazon) il progetto si arenò per motivi tristemente politici.

Oggi riapre quel padiglione, magnifico, spettacolare, iconico e rappresentativo di un riappropriarsi di spazi comuni di socialità e di significato che possono portare a cambiamenti di visione e senso.

Nel 2020 il Comune di Sassari ha ottenuto il comodato d’uso gratuito decennale e ora ha affidato la gestione alla Fondazione Nivola, con una concessione biennale che si occuperà della realizzazione di mostre ed eventi di artigianato, design e arte, con cadenza regolare nel salone principale del Padiglione Tavolara, e dell’organizzazione e realizzazione di eventi periodici quali, presentazione di prodotti artigianali, presentazione di oggetti di design, convegni e pubblicazioni sui temi collegati, seminari formativi, incontri e laboratori con artigiani, designer e esperti del settore.

Sassari, la Sardegna e soprattutto le zone interne purtroppo vivono oggi una involuzione imponente e deprimente che svuota di persone e di vitalità le comunità diventando (quando va bene) cortili di intrattenimento per turisti usa e getta.

Ritornare a cesellare interessi comuni, plasmare economie che nascono dai vuoti lasciati dal passato che sono perfettamente attuali, intessere relazioni sociali, dipingere futuri originali.

Essere di ispirazione, tracciare strade diverse, provare a cambiare una inerzia che oggi porta al declino inesorabile.

L’artigianato artistico e il Padiglione Tavolara per Sassari e per la Sardegna possono rappresentare una rinascita vera intorno ai mestieri, alla trasmissione dei saperi, alle economie create ma anche al Museo che racconti la storia, le tradizioni, le contaminazioni e l’innovazione.

Come? Sarebbe facile, mettendo ordine e connettendo con senso, dal passato, nel presente con una visione di futuro, insieme.

Guardando cosa è già stato fatto nel mondo e ricordando quanto il nostro passato, quanto ISOLA sia stato un esempio lungimirante di una politica che risponde a esigenze comuni innovando con intelligenza.

Museo, fiera permanente anche nelle finestre digitali, marketplace e mercato fisico, eventi, premi per l’innovazione, formazione e bottega.

Tutto questo l’ho pure messo in un progetto che spero di poter portare all’attenzione di chi può decidere che strada percorrere per il Padiglione Tavolara, per ISOLA, per Sassari, per la Sardegna.

Perché sarebbe ora di costruire una nuova economia collaborativa e condivisa, finalmente.

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insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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