Si sente un gran parlare di Mastodon come “nuovo” modo di socializzare con uno strumento decentralizzato, senza pubblicità e senza tracciamento.

Ma cosa è Mastodon? È una piattaforma di microblogging (come twitter) che permette di scrivere dei testi (fino a 500 caratteri) con foto e video allegati.

Non esiste però un “unico” mastodon ma è formato da tante comunità chiamate istanze che sono federate tra loro.

Iscrivendosi a una istanza si può vedere nella “Home” chi si segue (come il nostro feed di tutti i social), nella sezione “Locale” chi popola quella istanza, nella sezione “Federazione” tutti quelli che sono federati alla nostra istanza (il resto del mondo federato, al netto di quelle istanze che vengono oscurate per motivi di policy, tipo nudi, violenza etc).

Il funzionamento è davvero semplice: basta iscriversi a una istanza e seguire chi si vuole, anche di altre istanze, e poter interagire con loro, mai dimenticandosi che però si devono rispettare le regole della istanza che vi ospita.

Una cosa che potete fare facilmente è avere più account su istanze diverse o meglio ancora spostare il vostro “account” da una istanza all’altra portandovi dietro i vostri follower (ma non i contenuti).

Il sistema è come approccio però molto diverso dagli altri social perché chi gestisce le istanze sono gestori spinti dal desiderio di disintermediare la socialità digitale dalle piattaforme commerciali, gestori che è bene chiarirlo gestiscono server, moderazione e tempo impiegato a far funzionare tutto in maniera volontaria finanziandosi con il contributo degli utenti.

Una modalità davvero pulita e quasi sovversiva in un mondo dove la monetizzazione di qualunque azione è una mantra irrinunciabile.

Lo spirito è quindi quello dei primi forum e dei primi social, dove la voglia di conoscenza e di relazione era il vero valore, prima che l’ansia da personal branding e la gara di ego a squadre facesse inviluppare la socialità in una inutile corrida di commenti spesso utili solo a certificare la propria esistenza digitale.

Oggi Mastodon ha numeri piccoli confrontati a quelli delle piattaforme mainstream ma ha attivato un movimento che ha indicato un’alternativa, un faro che illumina qualcosa che fino a poco tempo fa sembrava impossibile da ottenere.

La relazione è al centro e i numeri contano molto poco: lo spirito dell’aggiungere valore alla vita delle persone, al limitare al minimo gli sprechi di risorse, la prima e più importante delle quali è il tempo delle persone, questo è lo spirito di questo social che è davvero novità deflagrante.

In questo contesto stimolante e dinamico, dall’intuizione di Giovanni Ortu e dalla passione per l’innovazione di Antonio Solinas ecco che nasce (gratuitamente, meglio precisarlo) l’istanza tutta sarda sardegna.social.

Una istanza nata nel solco dello spirito di mastodon per parlare di Sardegna con l’intento di aggiungere valore alla vita delle persone. Un luogo di discussione, relazione, incipit di progetti, di rete di risorse umane e aziende, di discussione politica e sociale, di cazzeggio pulito, di sorrisi e leggerezze, anche.

Essere un luogo diverso dal cassonetto della indifferenziata social dove ogni argomento è solo il pretesto per esprimere una opinione di approvazione o disapprovazione in una modalità stupidamente dicotomica che ci vede come partecipanti a un sondaggio più che attori nel processo democratico e sociale.

Cambiare il mondo partendo da ciò che siamo, da ciò che siamo stati, da ciò che potremmo essere in una modalità rispettosa degli altri, ascoltando, discutendo civilmente, provando a costruire più che a distruggere.

Sardegna.social nasce per essere casa confortevole, dove scambiare due chiacchiere o discutere animatamente, dove poter progettare insieme, dove conoscersi per migliorare insieme, senza urla, senza volgarità, senza mancare di rispetto e diventando motore di socialità anche fisica nel ritrovarsi per condividere progetti, incontri e racconti.

Per quelli indecisi se abbia senso iscriversi a “un altro social” rispondo che questo non è “un altro” ma “altro”, slegandosi dalle metriche di vanità e di gregge. Ve ne renderete conto subito, se avrete la pazienza di crearvi una rete di persone con le quali socializzare.

Senza per questo cancellarvi dagli altri social ma provando a valutare alternative e differenze, perché solo così si diventa cittadini digitali consapevoli.

E dopo poco vi sentirete di nuovo liberi di provare piacere a conoscere le persone per il solo gusto di farlo, senza coreografie inutili e soprattutto dannose.

Vi aspettiamo numerosi e partecipi, Sardegna.social sarete soprattutto voi 🙂

Iscrizione qui >> sardegna.social

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insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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