Domani saranno passati dieci mesi dall’insediamento della Giunta di Francesco Pigliaru, giunta nella quale il Governatore ha ritenuto di doverla incaricare per competenze tecniche.

L’attesa era tanta: una giunta di centrosinistra che dopo un’opposizione anche dura sull’attività di organizzazione e gestione del turismo delle Giunte Cappellacci era attesa a dare segnali forti di discontinuità tanto invocati e discussi da loro stessi nel periodo della loro opposizione.

Una giunta di centrosinistra che ha vinto le elezioni puntando sul cambiamento del modello economico della Sardegna secondo le politiche tipiche del centrosinistra, quindi lavoro, ambiente, cultura, sociale.

Dieci mesi sono passati in cui ho cercato disperatamente questi segnali di discontinuità, questa attenzione, qualche segnale che facesse supporre qualche seppur minima volontà di dare un’impronta.

Dieci mesi in cui avrei voluto che lei avesse chiamato a raccolta i soggetti attori del processo turistico per capire il perché le cose non funzionano, che avesse provato a riordinare le competenze e l’enorme mole di materiale promozionale secondo una strategia di visione almeno a breve termine, che avesse coinvolto le unità minime che garantiscono l’orientamento e la promozione turistica nel territorio per provare a coordinarli secondo una piattaforma di visione comune, che avesse promosso delle campagne di promozione della Sardegna fuori dagli schemi e soprattutto dalle abituali e praticamente inutili presenze alle fiere e inserzioni a mezzo stampa, che avesse aperto un canale di comunicazione per discutere di idee e strategie con i tanti soggetti qualificati (tanti, davvero) che aspettano solo un’occasione per sentirsi utili e non ai margini come al solito, che avesse provato a ipotizzare l’emersione del fenomeno dell’accoglienza in nero, dei tanti agriturismi ormai ristoranti scadenti e della certificazione dei prodotti sardi, che avesse utilizzato gli assist dati dai recenti ritrovamenti e relativa attenzione dei Giganti di Monte Prama come spot per dare evidenza alla nostra Isola, che avesse battuto i pugni sul tavolo per una strategia dei trasporti che sta ammazzando il mercato, che avesse provato a dare alla Sardegna un progetto di visione a breve, medio e lungo termine.

Dieci mesi in cui le uniche dichiarazioni che le ho sentito rilasciare sono quelle relative a una sostanziale soddisfazione per come sta andando il turismo in Sardegna andamento che, in tutta onestà, è dato dal cambiamento tipologico delle vacanze, da quelle lunghe delle famiglie che venivano in Sardegna con il traghetto a quelle brevi in aereo nelle vicinanze delle zone servite dagli aeroporti.

Trovo sconcertante che non esista una strategia di territorio, che ogni comune decida come gli pare, che l’orientamento turistico venga di fatto svolto da volontari, che la nostra Sardegna continui ad essere percepita come bella ma cara e disorganizzata.

Trovo infine deprimente che le strategie social (facili e di immediata attivazione) siano scarse e scadenti tanto dal pensare che forse Lei non le ritenga così rilevanti.

Dieci mesi sono passati, nei quali non ho colto azioni atte a cambiare rotta o se sono state messe in atto sono state comunicate malissimo, tanto da non saperne nulla nessuno.

Mi scuso per la franchezza ma a poche settimane dal Carnevale e con la Pasqua dietro l’angolo la Sardegna avrei voglia di capire se il Turismo sia per Lei una risorsa su cui puntare o l’ennesimo discorso vacuo per glassare un finora poco mordente programma di governo.

Cordiali saluti e buon lavoro.

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insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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0 Comments

  1. Ciao carissimo i tuoi articoli fanno molto riflettere, non sono un ruffiano io non ti conosco e penso, che con le persone giuste possiamo puntare più inalato per dare un futuro a un turismo più sostenibile e competitivo che in Italia stenta ad avviarsi.

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