Una foto, un rumore, un profumo.

Visitare un luogo lascia graffi profondi o escoriazioni superficiali, per come si vive il viaggio, per la somma di esperienze che nascono e muoiono nell’arco della visita, per le persone che incontri, per i luoghi percorsi, per lo spostamento stesso.

Ci portiamo poi il bagaglio dei ricordi, sempre più smart, sempre più a mano con la protesi digitale telefonica.

Finisce il viaggio e la nostra esperienza è fissata in immagini e parole, ricordi digitali elaborati e strutturati in post o sistemi di travel tracking.

Tutto questo diventa consiglio di viaggio per i nostri conoscenti, quelli che si fidano del nostro gusto. E’ ormai il consiglio fidato che muove più persone che costose campagne di marketing o luccicanti brochure da fiera.

Ma quello che mai si potrà raccontare è quella sensazione di destino che ci avvolge quando visitiamo un luogo.

La storia dei luoghi che ci avvolge e ci permea, la cultura che ci racconta la storia di quel posto, l’enogastronomia che ti fa calare più di mille depliant e racconti nella vita normale di un luogo.

Il chiasso, l’odore del sugo, lo schiamazzo, il silenzio di una palma, il frusciare di un ciclista, la prosa di un tramonto, il sussurrare confidenziale di un monumento, l’odore del pesce al mercato, le cozze crude, mio Dio, le cozze crude con il limone, l’incenso della chiesa, il profumo speziato dei vicoli sudici della marina, il luccichio delle barche, l’incedere testardo di una vecchina in salita.

Essere turisti parte dalla scelta della destinazione, che rimane scelta. Ma lasciamoci anche guidare dal destino, da quelle sensazioni nascoste ai racconti dei consiglieri fidati ma inaspettamente rivelate da

una foto, un rumore, un profumo.

insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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0 Comments

  1. Resto sempre senza parole quando ti leggo…..come stai?

  2. “per me è un flusso continuo, una ragnatela di immagini, suggestioni, visioni, sogni, racconti amati, immaginati, dati, esperienze… devo dire che ogni viaggio è collegato al primo che io ricordi … ero piccolo e il bus giallo che mi portava alla piscina in cima al monte in qualche modo ancora mi trasporta…”

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