Suicidio, gesto estremo,
inspiegabile per gente come me,
che spesso giudica con unità di misura diversa,
e che alla vita ci rimane attaccato a tutti i costi.
Due persone a Cagliari negli ultimi due giorni:
depressione.
Gente perbene, e benestanti,
famiglia, relazioni sociali: tutto perfetto.
Ma perfetto, evidentemente, non è.
Mi chiedo il perché.
E forse la risposta è:
stiamo vivendo, in un mondo senza senso,
spinti verso professioni, stili di vita,
consumi che non ci appartengono.
Viviamo vite non nostre,
ma ritagliate sulla nostra pelle da altri.
Chiedete cosa è la felicità,
e troverete le risposte più varie.
La più comune sarà avere più tempo libero,
per pensare, e coltivare gli hobby.
Prima si facevano lavori che appassionavano,
che “erano” l’hobby.
Adesso si lavora per guadagnare,
per comprare, per essere visibili,
per essere accettati.
E il circolo del’insoddisfazione
prende al collo i più deboli,
e li fa finire in un buco
da cui è difficile uscire.
La depressione è vivere da burattini.
Accettiamo noi stessi
per quello che desideriamo veramente,
e il mondo ci sembrerà il posto migliore
dove vivere.

insopportabile

Ne ho le scatole piene, ma con eleganza.

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  1. Sopravvivere e’ una condizione essenziale decisa da altri o dal caso. Vivere e’ una scelta, condizionata dall’ambiente sociale che ci avvolge. La felicita’? Una condizione individuale temporanea dell’anima. La morte: un tempo della vita.

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